Vincenzo Papes, amministratore delegato di Centro di medicina, entra nel vivo della tematica per stimolare azioni costruttive
La riduzione progressiva della spesa sanitaria, da un lato, e il tendenziale mutamento socio demografico, dall’altro, stanno determinando un generale incremento della domanda di salute che il sistema pubblico da solo non è più in grado di soddisfare. Lo spiega Vincenzo Papes, Amministratore delegato del Gruppo Centro di medicina, nell’editoriale del numero in uscita di Medicina Moderna.
“La sanità italiana è sempre più un sistema che si fonda su diversi “pilastri” nelle forme “pubblica” e “privata”, che a sua volta si differenziano in “privata accreditata” e “privata-privata”. – spiega Vincenzo Papes – Questo orientamento non è ancora maturato in modo omogeneo nel nostro Paese perché esistono resistenze spesso strumentali a dare la giusta importanza al ruolo del privato, che insieme al pubblico concorre di fatto a garantire il diritto costituzionale alla salute”.
Come rilevato dal monitoraggio 2023 pubblicato dalla Ragioneria dello Stato, continua a salire la spesa sanitaria a carico dei cittadini passata dai 28,13 miliardi del 2016 ai 40,26 miliardi nel 2022 con un incremento solo nell’ultimo anno dell’8,3%.
“Da una maggiore integrazione dei sistemi privato e privato accreditato con quello pubblico, con una conseguente attribuzione delle diverse aree di competenza, – spiega Vincenzo Papes – potrebbe derivare una ottimizzazione delle risorse impiegate e una maggiore efficienza del sistema tout court, sia sul fronte delle tempistiche, della accessibilità e della qualità del servizio”.
In gioco c’è il diritto alla salute di tutti e l’interesse pubblico alla salute e non la discriminante della proprietà pubblica delle strutture preposte a garantirla. L’interesse dei cittadini è quello di ricevere le cure migliori, dal punto di vista dell’efficacia, appropriatezza e sicurezza. E quindi di trovare sul territorio strutture qualificate ed efficienti, pubbliche o private che siano.