Il Tunnel Carpale
Il tunnel carpale è una struttura osteo-legamentosa, fatta ad arco e situata tra la parte interna del polso e il palmo della mano. Viene chiamato tunnel perché forma uno stretto passaggio per nove tendini e per un nervo chiamato nervo mediano
L’intervento
L’intervento al tunnel carpale è un’operazione chirurgica ambulatoriale che permette la decompressione del nervo mediano nei pazienti affetti da sindrome del tunnel carpale, i quali riferiscono principalmente formicolio, senso di intorpidimento e dolore a livello del polso, del palmo della mano e delle dita (in particolare pollice-indice-medio).
L’operazione consisterà in un piccolo taglio della struttura legamentosa del tunnel carpale, concedendo quindi più spazio agli elementi sottostanti (tendini e nervo mediano).
Può essere eseguita a “cielo aperto” cioè significa che viene praticata un’incisione di diversi centimetri (anche 3 o 4) a livello del polso, o a “cielo chiuso” vuol dire che il chirurgo esegue l’intervento in artroscopia o in endoscopia.
Il post intervento
Il paziente viene dimesso in giornata con la lettera di dimissione in cui ci saranno scritte come indicazioni quella di tenere il più possibile il braccio sollevato, per evitare la formazione di edema, di mantenere l’arto in scarico, ovvero di non fare sforzi o caricare pesi, e di mantenere asciutta la medicazione.
I sintomi pre-intervento, in particolare i formicolii delle dita e mano, dovrebbero già diminuire gradualmente, fino alla completa scomparsa.
La prognosi varia dal tipo di operazione e va dalle 3 alle 4 settimane.
Ecco che entra in gioco la fisioterapia, perché le indicazioni saranno di iniziare da subito la riabilitazione della mano.
La Fisioterapia
Insieme a Marta Gasparin, Fisioterapista presso Centro di medicina Schio, vediamo la fisioterapia post-operatoria per il recupero della mobilità di polso e mano e sul ripristino della loro forza. Tutto ciò ha lo scopo di massimizzare il recupero post-chirurgico e raggiungere il più rapidamente possibile il ritorno alle attività quotidiane e lavorative, seguendo i tempi fisiologici di recupero individuali.
Per prevenire le rigidità articolari, durante la fisioterapia verranno eseguiti esercizi di mobilizzazione, in un primo momento passiva (è il fisioterapista che muove l’arto del paziente), poi in attivo-assistita ( il paziente segue i movimenti del fisioterapista, che lo aiuta ) e, infine, con esercizi di mobilizzazione attiva (il paziente esegue gli esercizi in autonomia). La fase passiva è importante inoltre per evitare la formazione di aderenze al di sotto della cicatrice, le quali potrebbero causare limitazioni importanti in futuro.
Il trattamento della cicatrice chirurgica e la prevenzione delle aderenze viene eseguito anche dal fisioterapista, il quale esegue delle tecniche manuali volte a favorire lo scollamento della cicatrice dai piani sottostanti. Ovviamente questo trattamento sarà possibile solo quando i punti di sutura saranno stati tolti, o saranno riassorbiti.
Per quanto riguarda il recupero della forza muscolare, si procede gradualmente con gli esercizi attivi in cui è richiesto reclutamento dei muscoli di polso e mano, adattando la difficoltà e il carico al recupero fisiologico del paziente e dai tempi stabiliti nella lettera di dimissioni.
L’utilizzo della mano nelle attività della vita quotidiana, infine, è anch’esso parte della riabilitazione, purché si rispetti la regola del non sforzare troppo polso e mano. In tal caso provocherebbe infiammazione e conseguente rallentamento del recupero.
Cosa evitare durante una riabilitazione post operatoria al tunnel carpale
Strizzare la famosa pallina (di spugna o di silicone), risulta un esercizio sbagliatissimo poiché provoca sovraccarico dei tendini e conseguente infiammazione. La posizione della mano durante l’esercizio infatti mantiene i tendini in un range di movimento limitato, non facendoli scorrere bene.
