8 Febbraio 2017
L’osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da una diminuzione della massa ossea e da una alterazione della microarchitettura dell’osso che comporta un aumento del rischio di frattura.
Il tessuto osseo è un tessuto estremamente vitale, in continuo rimodellamento, in cui si alternano processi di distruzione (riassorbimento) e rigenerazione (neoformazione).
Quando, per un qualche motivo, i processi di distruzione superano quelli di rigenerazione si verifica una progressiva riduzione della massa ossea. L’osso diventa più rarefatto, sottile e fragile e si frattura con relativa facilità.
Quali sono i sintomi dell’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia insidiosa perché generalmente non dà campanelli d’allarme o sintomi se non in fase avanzata, quando, per un trauma anche minimo come una banale caduta, un osso si frattura.
Si tratta di una malattia sistemica, che interessa cioè tutto lo scheletro. Vi sono tuttavia delle sedi in cui le fratture si verificano con maggior frequenza. Le aree più esposte a questo rischio sono le vertebre, il polso e il femore.
Quali sono gli impatti sociali delle fratture da osteoporosi?
Si calcola che in Italia avvengano circa 500.000 fratture osteoporotiche all’anno, di queste oltre 90.000 sono di femore. Le fratture sono fonte di dolori acuti e cronici e spesso, soprattutto negli anziani, causa di invalidità permanente.
Molto rilevanti sono le spese sostenute dal Servizio Sanitario Nazionale e dalle famiglie in conseguenza di questi eventi fratturativi. Nel nostro Paese solo i costi “diretti” per le fratture di femore, cioè quelli relativi al ricovero ospedaliero, superano il miliardo di Euro all’anno. Ancora più alti sono i costi “indiretti”, cioè quelli per la riabilitazione, la perdita dell’autonomia, le pensioni di invalidità e la terapia farmacologica.
L’osteoporosi è una malattia che colpisce solo le donne?
Per molto tempo l’osteoporosi è stata ritenuta una patologia quasi esclusiva del sesso femminile in considerazione del fatto che le donne, nel primo periodo postmenopausale, subiscono un rapido calo di ormoni sessuali (estrogeni) con una più marcata perdita di massa ossea rispetto ai coetanei maschi.
Dati statistici di questi ultimi anni evidenziano però che l’osteoporosi non discrimina tanto fra i sessi: dopo i 70 anni infatti sia donne che uomini perdono massa ossea allo stesso ritmo e l’assorbimento intestinale di Calcio (minerale fondamentale per la salute dello scheletro) diminuisce in entrambi i sessi.
Si è constatato inoltre che le fratture da osteoporosi, seppur più frequenti nel sesso femminile (una donna su tre e un uomo su cinque dopo i 50 anni andrà incontro ad una frattura), quando si verificano nei maschi hanno molto spesso conseguenze più gravi.
La frattura del femore ad esempio, la più temuta frattura dell’anziano, si associa negli uomini ad un tasso di mortalità quasi doppio rispetto a quello delle donne: 37% negli uomini e 20% nelle donne.
Circa la metà delle persone, sia maschi che femmine, che hanno avuto una frattura da osteoporosi e non seguono una corretta terapia, ne avranno un’altra; e il rischio aumenta esponenzialmente ad ogni nuova frattura.
Questi dati, tenuto conto anche del progressivo aumento della popolazione anziana, hanno imposto, in questi ultimi anni, di rivolgere maggiore attenzione anche all’osteoporosi maschile.
Cosa devono fare gli uomini per valutare la robustezza del loro scheletro?
È consigliabile che anche gli uomini dopo i 65-70 anni, o in età più giovanile se presentano fattori di rischio, si sottopongano ad accertamenti in grado di diagnosticare il più precocemente possibile una perdita di massa ossea.
L’indagine più utile per misurare la Densità Minerale Ossea (BMD) e quantificarne l’eventuale perdita è la Densitometria con metodica DEXA. Si tratta di un esame del tutto innocuo, indolore e di breve durata che viene eseguito alla colonna lombare e al femore.
Densitometro DEXA
Abbiamo inoltre oggi a disposizione degli Algoritmi che ci permettono, in base alla BMD e ad altri parametri, di quantificare, nel soggetto esaminato, il rischio di frattura nei prossimi 10 anni.
E’ quindi possibile prescrivere, se necessario, una terapia in grado di prevenire la malattia, curarla se già in atto, e soprattutto ridurre l’incidenza delle fratture.
Quali sono i fattori di rischio per l’osteoporosi?
I principali fattori di rischio per l’osteoporosi nell’uomo sono:
Qual è la cura dell’osteoporosi nell’uomo?
La cura dell’osteoporosi maschile non si differenzia sostanzialmente da quella usata per le donne.
Il primo approccio terapeutico consiste in una adeguata assunzione di Calcio e Vitamina D.
Abbiamo poi a disposizione due principali categorie di medicinali:
Quali consigli devono seguire gli uomini per prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi?
I consigli sono fondamentalmente gli stessi che da anni diamo alle donne:
Come in precedenza detto la complicanza più temibile dell’osteoporosi è la frattura. Questa è spesso conseguenza di una caduta che avviene il più delle volte, specie negli anziani, in ambiente domestico.
Sono quindi di fondamentale importanza alcuni accorgimenti per ridurre il rischio di cadute:
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