3 Agosto 2023
Oggi parliamo di onde d’urto grazie all’approfondimento di Alessandro Guidolin, Fisioterapista e Coordinatore del servizio di fisioterapia, presso il Centro di medicina di Montebelluna.
Come prima cosa è importante specificare cosa intendiamo per onde d’urto.
L’onda d’urto è una particolare forma acustica, utilizzata in vari ambiti della medicina, che applicata al tessuto trattato ne induce un cambiamento dal punto di vista anatomico, metabolico e vascolare.
Focalizzandoci nel campo della fisioterapia le onde d’urto vengono utilizzate per il trattamento di un gruppo di patologie frequenti che interessano tendini, specie se in fase cronica, ossa in caso di disturbi della rigenerazione e muscolo, nei casi di distrazioni muscolari o contratture.
Le patologie più frequenti e per le quali questa tipologia di trattamento rappresenta la scelta più efficace sono:
Esistono due tipologie principali di onde d’urto utilizzate in fisioterapia che differiscono per modalità di sorgente dell’energia, modalità di propagazione e profondità di penetrazione e potenza.
Onde d’urto focali, più potenti e possono essere utilizzate anche nei casi di trattamento dell’osso avendo un’azione più profonda e localizzata, attraverso degli applicatori dalla consistenza morbida ed elastica.
Mentre le onde d’urto radiali, o balistiche, sono meno potenti, hanno un’azione più superficiale e meno localizzata per questo sono più indicate per patologie mio-fasciali.
In base all’obiettivo da raggiungere viene preferita una tipologia rispetto all’altra, scegliendo di conseguenza lo strumento più idoneo per il trattamento.
Quando si decide di rivolgersi ad uno specialista in fisioterapia specializzato nel trattamento con onde d’urto, solitamente le problematiche persistono da diverse settimane, spesso mesi e non hanno risposto a trattamenti precedenti.
Come tutte le terapie fisiche, anche le onde d’urto dovrebbero costituire una fase del progetto riabilitativo, che ha l’obiettivo non solo di ridurre o togliere il dolore ma anche di ripristinare al meglio la funzione e prevenire quindi le recidive.
Generalmente, bastano poche sedute, da 3 a 5 sedute, con cadenza settimanale per avere dei risultati importanti. Sono poche le precauzioni e le contrindicazioni che l’operatore saprà eventualmente individuare indirizzando il paziente ad altre tipologie di trattamento.
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