5 Giugno 2018
Noi riteniamo che per chi pratica attività fisica, a livello professionistico o amatoriale, la visita medico sportiva non abbia una valenza limitata all’ottenimento di una certificazione, ma rappresenti un’occasione per prevenire eventuali infortuni e consentire la pratica dello sport in totale serenità. Grazie alla visita sportiva, è possibile individuare potenziali malattie latenti che potrebbero avere un impatto serio sulla qualità della vita, a prescindere dallo sport praticato.
Abbiamo quindi posto alcune domande al dott. Attilio Corsi, medico sportivo con lunga e vasta esperienza.
È possibile misurare la probabilità di subire infortuni per ciascun soggetto?
Durante una valutazione clinica accurata si possono individuare diversi fattori di rischio, alcuni generici e altri specifici, connessi al tipo di attività motoria (non necessariamente agonistica) che il paziente richiede di svolgere, rischi che possono essere relativi alle discipline sportive e agli ambienti dove si svolgono o propri dei pazienti e, in tal senso, quantificabili. Perciò è importante sottoporsi a tali visite fin dall’infanzia in modo da poter apprezzare eventuali alterazioni del normale sviluppo della struttura fisica, o disfunzioni legate ad una crescita disarmonica e, conseguentemente, raccomandare le strategie preventive o terapeutiche più adeguate per affrontarli, al bisogno coordinando dei progetti in équipe di lavoro formate da altri specialisti di area medica o paramedica (come fisioterapisti e preparatori atletici). Il Medico dello Sport dimostra la sua competenza non solo nel valutare le attitudini psicofisiche dei pazienti a praticare un’attività sportiva ma anche esaminando la postura, gli eventuali deficit di sviluppo delle strutture ossee, articolari, muscolari, nervose sia nelle prove statiche che in quelle dinamiche anche avvalendosi di apparecchiature dedicate. La visita per giudicare l’idoneità a praticare uno sport diventa un’occasione unica e fondamentale in ambito sanitario per poter praticare uno screening su molteplici rischi di natura cardiologica, pneumologica, neurologica e ortopedica che, se clinicamente rilevanti, potranno essere affrontati secondo il parere dello specialista. L’ultimo fine della valutazione medico sportiva non è la produzione di un certificato ma la tutela della salute dei pazienti che si avvicinano ad un’attività motoria prescrivendo per ciascuno il percorso più idoneo per trarne i maggiori benefici senza incorrere in infortuni evitabili.
Che cosa prevede la visita per l’attività agonistica?
La visita per questa categoria prevede:
raccolta della storia clinica medica dell’atleta e dei suoi famigliari, fondamentale per ricercare eventuali precedenti o predisposizioni a condizioni patologiche pericolose, visita medica generale, con rilevazione di peso e statura, esame della vista, spirometria, esame delle urine ed esame elettrocardiografico, che si esegue, per gli atleti sino ai 35 anni, a riposo, durante e dopo sforzo proporzionato nel tempo e adattato allo specifico soggetto in esame, mentre per gli atleti di età uguale o superiore ai 35 anni, anche con test da sforzo massimale al cicloergometro.
Il legislatore ha voluto porre l’accento sulla utilità di tali visite mediche per una sicura effettuazione dell’esercizio fisico, che ,come ormai è assodato, aiuta a combattere quei fattori di rischio, quali la sedentarietà e l’obesità, stimolando la popolazione a muoversi di più, ad instaurare corretti stili di vita ,ginnici ed alimentari, acquisendo così una buona forma fisica, mantenendo, nello stesso tempo, una buona attività cerebrale e prevenendo anche il decadimento cognitivo.
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