21 Febbraio 2017
Un italiano su sei soffre di cefalea (mal di testa) ed uno su trenta lo soffre in maniera cronica, il che può voler dire anche 15 episodi al mese con una qualità di vita veramente compromessa.
Per tale motivo si è sempre più orientati ad intraprendere terapie profilattiche, sia di tipo farmacologico che di tipo iniettivo. Le classi di farmaci per la profilassi sono molte ma non tutti i pazienti che vi fanno ricorso ne hanno un beneficio e spesso è probabile la comparsa di effetti collaterali.
Poiché nel cervello, e precisamente nell’ipotalamo, c’è una specie di orologio biologico che regola l’equilibrio del nostro organismo, se cambiano i ritmi di quello che facciamo, ecco che può scoppiare l’attacco di emicrania. Questo può succede nei fine settimana, quando si va a fare una bella passeggiata o nei primi giorni di un viaggio tanto desiderato. Con l’emicrania, non si riesce nemmeno a guidare l’auto.
Ma perché viene l’emicrania?
Non lo sappiamo ancora del tutto. Spesso può comparire nell’infanzia e regredire spontaneamente verso i 50-60 anni.
L’emicrania cronica è una condizione estremamente disabilitante,caratterizzata da almeno 15 giorni o più di dolore al mese, da oltre tre mesi e con almeno 8 giorni di dolore di tipo emicranico (senza aura).
Quali sono le terapie che usualmente si utilizzano per curare l’emicrania episodica?
Esistono farmaci efficaci per curare l’emicrania come:
La tossina botulinica (TB) è in natura una tossina che viene prodotta da alcuni batteri, da oltre 20 anni viene utilizzata per il trattamento di tutte quelle patologie, neurologiche e non, in cui vi è una eccessiva attività muscolare e, dagli anni ’90, nelle forme di iperattività ghiandolari salivari e sudoripare.
Questo farmaco infatti blocca la conduzione degli impulsi nervosi ai muscoli con un effetto quindi di rilassamento di muscoli iper-contratti e se invece iniettato sottocute determina un blocco delle ghiandole sudoripare.
Recentemente la tossina botulinica ha ricevuto anche l’indicazione per il trattamento di alcuni disturbi vescicali, quali la vescica iperattiva e l’incontinenza neurologica da lesioni del midollo spinale o dovuta a Sclerosi Multipla.
Numerosi studi internazionali hanno confermato l’efficacia della tossina botulinica nel trattamento dell’emicrania e dal 2013 l’Onabotulinumtoxin A è utilizzata nelle forme di Emicrania cronica.
I pazienti colpiti dalla forma di cefalea cronica spesso non traggono beneficio dall’uso dei farmaci antidolorifici ed anche la terapia di profilassi farmacologica tradizionale non sortisce alcun effetto positivo. Pertanto la tossina botulinica risulta utile in questi casi nel ridurre la frequenza e l’intensità degli episodi di emicrania migliorando così la qualità di vita dei pazienti.
Il farmaco verrà iniettato in piccole quantità nei muscoli delle spalle, del collo e della testa. Il trattamento può essere ripetuto ogni 12 settimane, durante le quali non vi è necessità di interrompere le eventuali terapie in corso. Le controindicazioni al trattamento con “Onabotulinumtoxin A” sono poche ed i possibili effetti collaterali sono rari e transitori.
Il meccanismo d’azione ipotizzato consiste nel blocco, indotto dalla tossina, dei segnali periferici diretti verso il SNC responsabili dell’innesco della cefalea.
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